mercoledì 31 marzo 2010

Santa Savina

Santa Savina

Alla fine del III secolo d. C. la persecuzione di Diocleziano era nella sua fase più terribile, chiunque osasse manifestare qualche tendenza verso la fede cristiana veniva torturato e ucciso. Le vittime furono moltissime ma la leggenda ne ricorda in particolare due: Naborre e Felice, militi mauritani. Naborre e Felice dopo lunghe ed efferate torture vennero decapitati a Lodi, e i loro corpi furono trafugati da una donna cristiana, Savina, che li nascose in casa sua e l'imbalsamò.
I corpi di Naborre e Felice rimasero in casa di Savina finché al persecuzione di Diocleziano non iniziò a scemare, cioè circa 20 anni.
In quel periodo il vescovo di Milano, approfittando della relativa calma, decise di recuperare in città i corpi di tutti i cristiani uccisi e seppellire le loro salme con tutti gli onori.
Saputo della decisione del vescovo, Savina colse l'occasione di portare le salme dei due martiri. Nascose i due corpi in una botte di legno e con molta fatica li caricò sul carro.
Arrivò sul fiume Lambro cercando di pensare un modo per traghettare senza essere vista dai soldati o gabellieri; trovò un punto molto isolato, ma arrivata sull'altra sponda scoprì di essere capitata in un posto di blocco. I guardiani chiesero spiegazioni a Savina, ma si mostrarono molto scettici a causa della tarda ora e della scelta del luogo di traversata del fiume.
Savina rispose prontamente ai soldati che stava trasportando miele ma questi non gli credettero; uno dei soldati schiodò un asse della botte e vi immerse la mano, quando la ritrasse, con molto stupore da parte di Savina, la mano grondava di miele. Naborre e Felice ebbero un'adeguata sepoltura e vennero sepolti nel cimitero di porta Vercellina dove poi sorse una basilica in loro memoria. Savina morì pregante sulle tombe dei due martiri; si crede sia sepolta nella basilica Ambrosiana venerata come protettrice delle madri milanesi.
Il luogo in cui avvenne il miracolo da allora cambio nome: da il villaggio del Grano divenne Melegnano a causa del miele e la basilica si chiamò Sant'Ambrogio.

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