sabato 8 maggio 2010

Il mio nome è giustizia



Titolo: Il mio nome è giustizia
Autore: Paul Kenyon
Editore: Piemme
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.256

Justice ha solo quattordici anni quando lascia il villaggio in Ghana dove è cresciuto per fuggire ai maltrattamenti dello zio-guaritore e trovare un po’ di quella giustizia che porta nel nome. Non sa dove è diretto. Non lo sa quando salta su una carovana del deserto, puntando al confine algerino. Non lo sa quando attraversa lo spietato deserto del Niger, costellato dalle ossa dei tanti che non ce l’hanno fatta. Né quando apre un varco nel muro nella terribile prigione di Qatrun, per tirare fuori i suoi amici rinchiusi come clandestini. Anche in Libia, dove il suo tempo si fa attesa, dove viene arrestato e torturato dalla polizia, non gli è chiaro dove sta andando. E non lo diventa quando, insieme a decine di altre persone, viene stipato su una barca, e infine quando i mercanti di uomini li abbandonano in mezzo al mare dopo il naufragio. In nessuno di quei momenti Justice sa dove è diretto. È partito per il suo viaggio verso la Terra Promessa, ma dove sia questa terra, non lo sa. Quando, dopo giorni e notti trascorsi attaccati alle gabbie per i tonni, finalmente qualcuno si decide a soccorrere i ventisette sopravvissuti, stremati e a un passo dalla fine, un marinaio indica a Justice l’orizzonte e gli dice: “Là si prenderanno cura di voi. È un’isola italiana, si chiama Lampedusa.” Il viaggio di Justice è durato quattro anni, tanti ce ne sono voluti per attraversare un continente, per fare a piedi o con mezzi di fortuna le migliaia di chilometri che lo separavano dalla speranza di una vita migliore. A diciotto anni ormai ha la saggezza di chi ne ha vissuti mille. Ha conosciuto la paura e la speranza, la fame e il freddo, la solidarietà e la solitudine, l’innocenza e la violenza. Il suo viaggio però non è ancora finito, perché per i molti come lui il confine della Terra Promessa sembra sempre trovarsi un po’ più in là.

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