Titolo: Con il sari rosa
Autore: Pal Sampat
Editore: Piemme
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.256
Un giorno, quando Sampat è ancora piccola e ha i piedi a mollo in una risaia, vede passare un gruppo di bambini. Ordinati e puliti, non sono certo diretti al lavoro nei campi. Vanno a scuola, le dice qualcuno. Sampat non sa bene cosa sia la scuola, ma sa che solo i ricchi ci vanno, Ai poveri, i figli servono nei campi. Sampat è più che povera, appartiene a una delle caste più basse dell’India, è quasi un’intoccabile, e vive in un misero villaggio dell’Uttar Pradesh. Il suo destino sembra segnato. Ma lei è una bambina sveglia e quel giorno decide di andare a scuola con gli altri. Ci andrà a lungo, all’inizio stando in disparte, dimostrando un’intelligenza pronta e un innato senso di giustizia. Nulla può però contro le millenarie tradizioni del suo paese. A dodici anni viene data in sposa a un uomo più vecchio. Da quel momento la consuetudine vuole che lei sia silenziosa e si sottometta al marito, alla suocera e ai soprusi di chiunque appartenga a una casta più elevata. Perché così si deve fare. Sampat però non sopporta le prevaricazioni e non accetta di essere considerata inferiore a nessuno. Quando la suocera la caccia di casa perché non ha accettato di subire in silenzio l’ennesima angheria, Sampat si mette a cucire abiti che poi vende, rendendosi indipendente. Non ha paura di sfidare apertamente i bramini, che spesso abusano della loro posizione per sfruttare chi non ha voce per difendersi. In poco tempo diventa la paladina degli oppressi, soprattutto delle donne. Che in migliaia, da tutta l’India, si uniscono a lei per dare il via a una rivoluzione rosa, dal colore del sari che hanno scelto come divisa. Un’onda rosa che fa paura a chi non vuole che le cose cambino. Il memoir coinvolgente di una donna che aveva tutto contro, ma che ha fatto della sua fragilità una forza.
Autore: Pal Sampat
Editore: Piemme
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.256
Un giorno, quando Sampat è ancora piccola e ha i piedi a mollo in una risaia, vede passare un gruppo di bambini. Ordinati e puliti, non sono certo diretti al lavoro nei campi. Vanno a scuola, le dice qualcuno. Sampat non sa bene cosa sia la scuola, ma sa che solo i ricchi ci vanno, Ai poveri, i figli servono nei campi. Sampat è più che povera, appartiene a una delle caste più basse dell’India, è quasi un’intoccabile, e vive in un misero villaggio dell’Uttar Pradesh. Il suo destino sembra segnato. Ma lei è una bambina sveglia e quel giorno decide di andare a scuola con gli altri. Ci andrà a lungo, all’inizio stando in disparte, dimostrando un’intelligenza pronta e un innato senso di giustizia. Nulla può però contro le millenarie tradizioni del suo paese. A dodici anni viene data in sposa a un uomo più vecchio. Da quel momento la consuetudine vuole che lei sia silenziosa e si sottometta al marito, alla suocera e ai soprusi di chiunque appartenga a una casta più elevata. Perché così si deve fare. Sampat però non sopporta le prevaricazioni e non accetta di essere considerata inferiore a nessuno. Quando la suocera la caccia di casa perché non ha accettato di subire in silenzio l’ennesima angheria, Sampat si mette a cucire abiti che poi vende, rendendosi indipendente. Non ha paura di sfidare apertamente i bramini, che spesso abusano della loro posizione per sfruttare chi non ha voce per difendersi. In poco tempo diventa la paladina degli oppressi, soprattutto delle donne. Che in migliaia, da tutta l’India, si uniscono a lei per dare il via a una rivoluzione rosa, dal colore del sari che hanno scelto come divisa. Un’onda rosa che fa paura a chi non vuole che le cose cambino. Il memoir coinvolgente di una donna che aveva tutto contro, ma che ha fatto della sua fragilità una forza.
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