Un uomo che viveva vendendo polli, ogni giorno andava in cerca di termiti per nutrirli. Non poteva svolgere altro lavoro, perché aveva le dita mangiate dalla lebbra.
Un giorno, mentre camminava, incontrò un grosso rapace che aveva deposto le uova in un albero lì vicino. Il rapace chiese all’uomo perché era costretto a vivere raccogliendo termiti e l’uomo spiegò la sua triste situazione. Allora il rapace gli fece una proposta: “Accetteresti di proteggere le mie uova, se io ti restituissi le tue dita?”L’uomo accettò senza pensarci nemmeno un attimo e il rapace lo afferrò tra i suoi artigli, lo sollevò in cielo e lo fece ricadere per terra. Quando l’uomo si rialzò vide soddisfatto che aveva di nuovo tutte le dita.“Sai che ho il potere di darti tutto ciò che desideri? Basta solo che tu sia un fedele guardiano delle mie uova…”.Allora l’uomo chiese prima di tutto delle mogli, e il rapace gliene regalò dieci; poi chiese dei cavalli, e il rapace gli donò venti cavalli di razza; poi chiese tanto oro e tanti servitori, e il rapace oltre a concedergli tutto ciò che voleva, lo fece diventare re.“Spero però che ti ricorderai della promessa che mi hai fatto…”. Così, ogni mattina, l’uomo andava a sedersi sotto l’albero e vegliava il nido ma, poiché era diventato re, si faceva accompagnare da tanti giullari che a fine giornata ricompensava coi doni del rapace.Un giorno però, uno dei giullari chiese come ricompensa le uova dell’uccello. Il re si rifiutò di dargliele ma, quando si addormentò, i giullari abbatterono l’albero e le uova caddero rompendosi.Folle di rabbia, il rapace tornò, prese l’uomo, lo alzò al cielo e lo fece ricadere. Quando si rialzò, le sue dita erano di nuovo mangiate dalla lebbra, e i giullari, le mogli e i cavalli erano scomparsi.“Vedi,” disse il rapace “tu non hai saputo mantenere la tua promessa, e io devo punirti, privandoti delle promesse che avevo fatto a te!”.
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