Nel 1066 fu eletto Papa Anselmo da Baggio, nel contempo a Milano scoppiò una rivolta a causa dell'accusa di simonia nei confronti dell'arcivescovo Guido da Vate, in passato già scomunicato.
La prima vittima fu l'acerrimo nemico dell'arcivescovo: Arialdo, capo del movimento dei patari. Fu gravemente ferito e costretto a fuggire chiese ricovero presso amici, ma fu tradito e consegnato al nemico. Venne affidato a due preti corrotti che vivevano in concubinato con la nipote del vescovo sul Lago Maggiore, ad Angera. Lo torturarono nei modi più atroci, e Arialdo e morì quasi subito e fu sepolto sull'isola Bella.
Anni dopo un pescatore d'Angera vide riflettersi sulle acque del lago l'immagine d'Arialdo. Spaventati, gli assassini d'Arialdo, corsero a riesumare il corpo per accertarsi che fosse ancora dove lo avevano sepolto, e furono subito sollevati nel vedere che il corpo era proprio dove lo avevano lasciato. Ma i milanesi si fecero subito prendere dall'idea che Arialdo fosse ancora vivo, così s'accamparono sulle rive del lago nell'attesa che esso comparisse. Ad un tratto scorsero una barca vuota che veniva nella loro direzione, man mano che si avvicinava si poteva sentire un fortissimo profumo; giunta a riva la barca conteneva il corpo d'Arialdo perfettamente mantenuto che emanava un dolcissimo profumo.
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