Titolo: Sunset park
Autore: Paul Auster
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.250
Miles Heller ha poco, eppure ha tutto: l’amore di un’adorabile ragazza di origini cubane, la passione trasmessagli dal padre per il baseball e le sue storie fatte di destino e casualità, e i libri «che sono una droga da cui non vuol essere curato». Il suo lavoro – Miles ha ventotto anni e vive in Florida – non è un granché, ma lui sembra farlo come se in quell’attività intuisse un misterioso legame con la sua vita fino a quel momento: per consentire alle banche di rimetterle in vendita, deve entrare nelle case abbandonate e fotografare gli oggetti che gli inquilini vi hanno lasciato. Una piccola archeologia di esistenze passate, ricordi di una vita precedente. Come quella da cui negli ultimi sette anni Miles è fuggito, e avrebbe continuato a fuggire se il destino (o il caso) non si fosse messo di mezzo. Pilar, la sua ragazza, è minorenne e la sorella non è per niente felice della relazione: se Miles non si toglie di mezzo, minaccia di denunciarlo alla polizia. A Miles non resta altro da fare che cambiare aria per un po’: in fondo tra pochi mesi Pilar sarà maggiorenne e nulla potrà separarli. Si rivolge all’unico amico con cui è rimasto in contatto, Bing, che vive a Brooklyn, in una casa occupata nella zona di Sunset Park insieme ad altri tre ragazzi. Tornare a New York, la sua città natale, significa per Miles legare la sua vita a quella di questi giovani, artisti nevrotici, aspiranti scrittori, musicisti falliti. Ma soprattuto vuol dire fare i conti con quello da cui è sempre fuggito: i motivi che hanno spinto lui, il piú brillante figlio di una famiglia privilegiata, a scappare di casa, a voltare le spalle ai genitori e a un fratello di cui, forse, ha causato la morte.
Autore: Paul Auster
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.250
Miles Heller ha poco, eppure ha tutto: l’amore di un’adorabile ragazza di origini cubane, la passione trasmessagli dal padre per il baseball e le sue storie fatte di destino e casualità, e i libri «che sono una droga da cui non vuol essere curato». Il suo lavoro – Miles ha ventotto anni e vive in Florida – non è un granché, ma lui sembra farlo come se in quell’attività intuisse un misterioso legame con la sua vita fino a quel momento: per consentire alle banche di rimetterle in vendita, deve entrare nelle case abbandonate e fotografare gli oggetti che gli inquilini vi hanno lasciato. Una piccola archeologia di esistenze passate, ricordi di una vita precedente. Come quella da cui negli ultimi sette anni Miles è fuggito, e avrebbe continuato a fuggire se il destino (o il caso) non si fosse messo di mezzo. Pilar, la sua ragazza, è minorenne e la sorella non è per niente felice della relazione: se Miles non si toglie di mezzo, minaccia di denunciarlo alla polizia. A Miles non resta altro da fare che cambiare aria per un po’: in fondo tra pochi mesi Pilar sarà maggiorenne e nulla potrà separarli. Si rivolge all’unico amico con cui è rimasto in contatto, Bing, che vive a Brooklyn, in una casa occupata nella zona di Sunset Park insieme ad altri tre ragazzi. Tornare a New York, la sua città natale, significa per Miles legare la sua vita a quella di questi giovani, artisti nevrotici, aspiranti scrittori, musicisti falliti. Ma soprattuto vuol dire fare i conti con quello da cui è sempre fuggito: i motivi che hanno spinto lui, il piú brillante figlio di una famiglia privilegiata, a scappare di casa, a voltare le spalle ai genitori e a un fratello di cui, forse, ha causato la morte.
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