Il campo del genio
Vicino al fiume c’era un terreno che nessuno aveva mai osato dissodare, perché tutti sapevano che apparteneva a un genio.
Un giorno però un contadino decise di lavorare quel terreno. Tutto il villaggio glielo sconsigliò, ma non ci fu niente da fare. L’uomo partì con i suoi attrezzi e, arrivato sul terreno, si mise a zappare. “Che fai tu sul mio terreno”, urlò la voce del genio.
“Io”, disse l’uomo, “vorrei creare un meraviglioso campo in questo posto…”
Il genio allora fece apparire d’un tratto cento schiavi che aiutarono il contadino, e al termine della giornata il campo era completamente dissodato.
Qualche giorno più tardi, l’uomo tornò al terreno e si mise a bruciare le sterpaglie. Il genio chiese nuovamente chi fosse, e non appena vide che si trattava del contadino fece ritornare i suoi schiavi per aiutarlo. In breve il terreno venne totalmente ripulito dalle sterpaglie secche.
Così avvenne anche per il periodo della semina e per scacciare gli uccelli in primavera. Ma qualche tempo dopo, il contadino si ammalò gravemente.
Quando il miglio divenne maturo, chiamò suo figlio al capezzale e lo incaricò di sostituirlo. Ma, prima di uscire si raccomandò bene: “Stai attento a non toccare assolutamente le piantine di miglio e se qualcuno ti chiede chi sei, rispondi che sei mio figlio”.
Il bambino partì ma, appena arrivato sul campo, strappò una piantina di miglio e ne succhiò la linfa dolcissima.
“Chi è là?” disse ad un tratto il genio. “Sono il figlio del contadino – rispose il bambino – Mio padre è malato, per questo ha mandato me”.
“Che cosa stai facendo?” chiese il genio. “Succhio la linfa di una pianta di miglio”, rispose il bambino.
Allora il genio richiamò i suoi cento schiavi che strapparono tutte le piantine di miglio e le succhiarono. Ben presto, del campo non rimase più nulla.
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