Autore: Anna Adelphi
Data di Pubblicazione: 2009
Dettagli: p.450
Anna Politkovskaja è stata assassinata il 7 ottobre 2006, sul pianerottolo di casa sua. Il 19 febbraio del 2009 un tribunale moscovita ha giudicato non colpevoli i tre imputati del delitto. La difesa aveva sostenuto che erano meri capri espiatori, e che i veri colpevoli godevano di altissime protezioni. Da chi sia stata uccisa l'indomita giornalista forse rimarrà un mistero. Ma non le ragioni per le quali non erano pochi a volersi liberare della sua ingombrante presenza: gli articoli raccolti in questo libro (grazie al lavoro appassionato dei due figli di Anna, i quali, insieme ai colleghi della "Novaja gazeta", hanno scandagliato lo hard-disk dei suoi computer, il suo archivio personale e gli archivi del quotidiano) ci consentono di leggere, in drammatica successione, le cronache che, dal 1999 a fine settembre 2006, hanno decretato, appunto, la sua condanna a morte. Si tratta di una sorta di reportage sulla Russia contemporanea in cui tornano, illuminati da nuovi dettagli, gli scenari delineati nei libri precedenti: il fronte bellico del Caucaso si dispiega in tutta la sua complessa, torbida geografìa; sui retroscena dell'attacco terroristico al teatro na Dubrovke getta luce l'eccezionale colloquio con un terrorista sopravvissuto (un agente infiltrato?); le trame del potere sepolte tra le rovine della scuola di Beslan si intrecciano a storie quotidiane di una Russia devastata da " guerra, razzismo e violenza come metodo decisionale.
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