giovedì 13 gennaio 2011

I Gattopardi




Titolo: I Gattopardi
Autore: Raffaele Cantone, Gianluca Di Feo
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.300

Che le mafie abbiano connessioni e collusioni con parti del sistema economico, politico, giudiziario del Paese lo leggiamo da anni su libri e giornali; come pure ci sentiamo spesso ripetere, troppo genericamente, che la mafia è soprattutto una "cultura mafiosa". Non sappiamo però quali sono concretamente i ruoli dei diversi protagonisti, chi davvero fa cosa. Raffaele Cantone ce lo spiega in questa conversazione con Gianluca di Feo, mettendo in evidenza il nodo cruciale dell'intreccio, il circuito vizioso in cui le organizzazioni criminali, gli imprenditori, la società fanno "sistema" e traggono reciprocamente vantaggio gli uni dagli altri. Cantone, grazie a uno straordinario lavoro di ricerca giudiziaria, ricostruisce infatti la rete di connessioni messa in piedi dalla criminalità organizzata in Italia negli ultimi vent'anni, racconta nei dettagli quali sono i business, i mercati, le regioni, gli appalti, i clan e gli enti coinvolti nel circuito e qual è il ruolo svolto dai diversi protagonisti: i gattopardi, appunto. La ricostruzione più completa di come funziona davvero il sistema criminale nel nostro Paese.

La mia resistenza



Titolo: La mia resistenza
Autore: Roberto Denti
Editore: Rizzoli
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.192

Fondatore nel 1972 con la moglie Gianna Vitali della Libreria dei Ragazzi di Milano, la prima libreria italiana dedicata ai libri per ragazzi, scrittore, saggista, saggio, Roberto Denti ha vissuto gli anni della Resistenza viaggiando e lottando in un'Italia divisa dalla guerra. In questo libro racconta la sua esperienza, con semplicità, rievocando una pagina di storia attraverso lo sguardo diretto e acuto di un ragazzo che si faceva tante domande.
Età di lettura da: 11 anni

Sunset park















Titolo: Sunset park
Autore: Paul Auster
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.250

Miles Heller ha poco, eppure ha tutto: l’amore di un’adorabile ragazza di origini cubane, la passione trasmessagli dal padre per il baseball e le sue storie fatte di destino e casualità, e i libri «che sono una droga da cui non vuol essere curato». Il suo lavoro – Miles ha ventotto anni e vive in Florida – non è un granché, ma lui sembra farlo come se in quell’attività intuisse un misterioso legame con la sua vita fino a quel momento: per consentire alle banche di rimetterle in vendita, deve entrare nelle case abbandonate e fotografare gli oggetti che gli inquilini vi hanno lasciato. Una piccola archeologia di esistenze passate, ricordi di una vita precedente. Come quella da cui negli ultimi sette anni Miles è fuggito, e avrebbe continuato a fuggire se il destino (o il caso) non si fosse messo di mezzo. Pilar, la sua ragazza, è minorenne e la sorella non è per niente felice della relazione: se Miles non si toglie di mezzo, minaccia di denunciarlo alla polizia. A Miles non resta altro da fare che cambiare aria per un po’: in fondo tra pochi mesi Pilar sarà maggiorenne e nulla potrà separarli. Si rivolge all’unico amico con cui è rimasto in contatto, Bing, che vive a Brooklyn, in una casa occupata nella zona di Sunset Park insieme ad altri tre ragazzi. Tornare a New York, la sua città natale, significa per Miles legare la sua vita a quella di questi giovani, artisti nevrotici, aspiranti scrittori, musicisti falliti. Ma soprattuto vuol dire fare i conti con quello da cui è sempre fuggito: i motivi che hanno spinto lui, il piú brillante figlio di una famiglia privilegiata, a scappare di casa, a voltare le spalle ai genitori e a un fratello di cui, forse, ha causato la morte.

Una ragazza da Tiffany



Titolo: Una ragazza da Tiffany
Autore: Susan Vreeland
Editore: Neri Pozza Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.512

Nel 1892, a Manhattan, un’elaborata insegna in bronzo fa bella mostra di sé. Tiffany Glass & Decorating Company declama la scritta che campeggia sopra una solida porta di vetro molato. Oltre quella porta, si schiude un grande salone con enormi vetrate appese al soffitto e imponenti mosaici poggiati alle pareti. E poi vasi dalle linee morbide, pendole, candelabri Art Nouveau, lampade con paralumi di vetro soffiato in mille splendidi colori. È il regno di Louis Comfort Tiffany, pittore di quadri orientalisti raffiguranti minareti, moschee e beduini, secondo il gusto del tempo. Gardenia all’occhiello, baffi fluenti, Louis Comfort Tiffany ha creato il suo atelier coltivando un progetto ambizioso: estendere la sua idea dell’arte come «bellezza che non ha bisogno di spiegazioni perché basta a se stessa» alla decorazione del vetro. La Tiffany Glass & Decorating Company è, tuttavia, anche il regno delle Tiffany girls, le ragazze di Tiffany, come sono chiamate a Manhattan le donne che l’artista ha riunito attorno a sé. Ogni giorno Louis le esorta ad abituarsi a riconoscere la bellezza in ogni momento, a «cogliere la grazia di una forma, l’eccitazione di un colore». Radunate nel laboratorio al quinto piano, le ragazze, però, non hanno bisogno di soverchie esortazioni per tagliare il vetro con estro, e disegnare e dipingere alacremente. Vi è Wilhelmina, impertinente diciassettenne dall’alta statura, Mary diciottenne dai capelli rossi, Cornelia, riservata e taciturna, Agnes, l’altera, la prima donna cui Tiffany ha accordato l’onore di dipingere i soggetti delle sue vetrate. E, infine, Clara Wolcott Driscoll. Giovane vedova in un laboratorio dove vige la regola, imposta dal padre di Louis, di impiegare solo fanciulle non maritate, Clara è l’artefice autentica delle creazioni Tiffany. È lei, infatti, a ideare quegli oggetti meravigliosi, i paralumi di vetro soffiato, decorati con uno stile che sembra celebrare la gioia e il mistero di un secolo che deve ancora iniziare.