domenica 28 febbraio 2010

Il ritorno



Titolo: Il ritorno
Autore: Giulina Sgrena
Editore : Feltrinelli
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.144


A cinque anni dal suo rapimento, Giuliana Sgrena è tornata in Iraq. Dapprima timidamente, nella regione di confine controllata dai kurdi. Poi, finalmente, a Baghdad. Ritornare in luoghi tanto amati, ma anche così drammatici, non può che essere per lei fonte di vivo shock. Ma poco dopo, la giornalista del “manifesto” lascia spazio alla descrizione di ciò che vede. Ora la vita, nonostante lo stillicidio di attentati sanguinari, sembra riprendere i ritmi del periodo di Saddam Hussein. La gente torna a mangiare sulle rive del Tigri, le donne riconquistano una visibilità sociale e politica, tanto da abbandonare il velo, e anche la sinistra sociale, seppur con fatica, sembra riconquistare uno spazio che tradizionalmente le appartiene. Insomma, la nuova strategia americana di accordarsi con gli anziani dei villaggi sunniti ha di fatto tolto spazio politico alla propaganda armata del fondamentalismo islamista. Ma alla vigilia del “disimpegno” americano nell’area non tutti i problemi paiono essere risolti. Con grande sensibilità umana e giornalistica, Giuliana Sgrena ci racconta perché.

CANZONE

CANZONE

Fa' ch'io per te sia l'estate
Quando saran fuggiti i giorni estivi!
La tua musica quando il fanello
Tacerà e il pettirosso!

A fiorire per te saprò sfuggire alla tomba
Riseminando il mio splendore!
E tu coglimi, anemone,
Tuo fiore per l'eterno!


di Emily Dickinson

Fa la nana pupò

Fa la nana pupò

Fa la nana pupò de cuna

che al papà al sufriss la luna
e la mama pusè ancamò
fà la nana bel pupò.

Lulù Delacroix



Titolo: Lulù Delacroix
Autore: Isabella Santacroce
Editore : Rizzoli
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.400


A Perfect City, dove tutto è ordine, armonia e bellezza, regole severe proibiscono ogni imperfezione. Nulla turba la vita senza difetti dei suoi abitanti. Per questo mondo di fiaba artefatta, terrorizzato da ogni forma di diversità, la piccola Lulù Delacroix rappresenta una minaccia. Di più, un’offesa inaudita. Perché Lulù non è una bambina come tutte le altre: non ha i capelli, ha due occhi enormi, una pelle bianchissima e uno strano modo di esprimersi. Nessuno l’accetta, neppure i genitori che per lei non conoscono dolcezza, tantomeno le sue sorelle Ada e Dolores che si divertono a tormentarla con giochi crudeli. Per questo la decisione è drastica: quella ragazzina è un mostro, spaventa le persone, non dovrà mai uscire di casa. Così Lulù si crea un universo privato per sopravvivere alla realtà che la rifiuta, fino a quando l’incontro con Mimì, una bambola con un braccio e un occhio solo, nel giorno del suo sesto compleanno la trascinerà nella più grande avventura della sua vita. Insieme dovranno raggiungere il Mondo del Mistero e, tra mille incontri e fantastiche acrobazie, sconfiggere i pregiudizi, origine di ogni infelicità. In un libro che unisce, all’interno di una sontuosa architettura narrativa, la dolcezza del Piccolo principe, il fantastico di Alice nel paese delle meraviglie e l’inquietudine di Pinocchio, Isabella Santacroce ci spalanca le porte di tutto il suo immaginario e ci trascina in un romanzo fiaba indimenticabile e senza tempo.

Mi piaci così



Titolo: Mi piaci così
Autore: Francesco Gunqui
Editore: Mondatori
Anno di pubblicazione: 2009

Dettagli: p.350

"Amor, ch'a nullo amato amar perdona". È questa, secondo Alice, la più grande assurdità di tutti i tempi. Solo che l'ha scritta Dante, quindi non si può dire niente. Luca soffre di internet dipendenza, passa le sue giornate su messenger e crede che Luciano Ligabue sia il più grande filosofo del ventunesimo secolo. Daniele ha un furetto che si chiama Dott. Marley e il suo sogno è quello di trasferirsi a Kingston, la capitale della Giamaica. Luca però pensa che i dread di Daniele siano "Made in China". Mary legge solo riviste di gossip, in particolare gli oroscopi, ma solo quelli che le dicono che la vita sessuale va da dio. Martina è il sogno erotico di tutta la scuola. È ricca sfondata ma d'estate lavora in un chiringuito in Salento sulla spiaggia. È qui che tutti si incontrano ed è proprio a pochi passi dal mare che succede ogni cosa. E mentre Bob Marley canta che "every little thing is gonna be all right", una frase si prepara a cambiare la loro estate: "Mi piaci e basta. Mi piaci così".

Età di lettura: da 14 anni.

venerdì 26 febbraio 2010

Il profumo di sant'Arialdo

Il profumo di San Arialdo

Nel 1066 fu eletto Papa Anselmo da Baggio, nel contempo a Milano scoppiò una rivolta a causa dell'accusa di simonia nei confronti dell'arcivescovo Guido da Vate, in passato già scomunicato.
La prima vittima fu l'acerrimo nemico dell'arcivescovo: Arialdo, capo del movimento dei patari. Fu gravemente ferito e costretto a fuggire chiese ricovero presso amici, ma fu tradito e consegnato al nemico. Venne affidato a due preti corrotti che vivevano in concubinato con la nipote del vescovo sul Lago Maggiore, ad Angera. Lo torturarono nei modi più atroci, e Arialdo e morì quasi subito e fu sepolto sull'isola Bella.
Anni dopo un pescatore d'Angera vide riflettersi sulle acque del lago l'immagine d'Arialdo. Spaventati, gli assassini d'Arialdo, corsero a riesumare il corpo per accertarsi che fosse ancora dove lo avevano sepolto, e furono subito sollevati nel vedere che il corpo era proprio dove lo avevano lasciato. Ma i milanesi si fecero subito prendere dall'idea che Arialdo fosse ancora vivo, così s'accamparono sulle rive del lago nell'attesa che esso comparisse. Ad un tratto scorsero una barca vuota che veniva nella loro direzione, man mano che si avvicinava si poteva sentire un fortissimo profumo; giunta a riva la barca conteneva il corpo d'Arialdo perfettamente mantenuto che emanava un dolcissimo profumo.

Contro l’inquisizione



Titolo: Contro l’inquisizione
Autore: Michaela Valente
Editore : Claudiana
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.230


In questo volume Michaela Valente analizza la rappresentazione e l'immagine dell'Inquisizione romana tra Cinque e Settecento. Oltre che sulle classiche opere di Paolo Sarpi e Philipp van Limborch, Valente si sofferma su una serie di trattati e pamphlet che, a partire dalla contestazione delle finalità religiose del tribunale inquisitoriale romano, finivano per esprimere il rifiuto di ogni forma di persecuzione. Ne emerge l'ampio dibattito europeo che, a fronte di una controversistica cattolica incapace di rispondere alle accuse di crudeltà e ingiustizia, avrebbe portato - tramite il richiamo alla tradizione evangelica di non-coercizione e alla separazione tra peccato e reato, e quindi tra Stato e Chiesa - a una riflessione matura sui diritti della coscienza del singolo. …….

INIZIATIVE DI DOMENICA 28 FEBBRAIO 2010

INVITIAMO I CITTADINI A PARTECIPARE
ALLE INIZIATIVE CHE SI TERRANNO
A PREGNANA MILANESE
DOMENICA 28 FEBBRAIO 2010

SPETTACOLO TEATRALE

VISITE DI CONDOGLIANZE
a cura dell’A. Comunale, dell’Associazione Carosello e dell’Associazione Solidarietà Anni Verdi
ore 16,00 Sala Auditorium - Centro Anziani “A. Sioli” - L.go Avis Aido
Iniziativa rivolta alla popolazione anziana

GARA REGIONALE DI GINNASTICA ARTISTICA
a cura dell’Associazione A.G.A.P. col patrocinio del Comune di Pregnana
dalle ore 9,00 alle ore 16,00 Palestra Scuola Media di via Varese

IL BOSCO HA BISOGNO DI TE
a cura delle Associazioni Il Prisma e Libera Caccia col patrocinio del Comune di Pregnana
Giornata dedicata alla PULIZIA DI ALCUNE AREE VERDI PREGNANESI
(Lungo il fiume Olona tra i Mulini Cecchetti e Prepositurale – zone del Fontanile e di Via Trento)
Ritrovo alle ore 8,30 in Via Manzoni
Rinfresco finale
TUTTI I CITTADINI SONO INVITATI
Per informazioni e adesioni rivolgersi all’Ufficio Ecologia del Comune Tel. 02 93967218
In caso di maltempo l’iniziativa verrà rinviata a DOMENICA 7 MARZO

Lo sfigato



Titolo: Lo sfigato
Autore: Susin Nielsen
Editore: Rizzoli
Anno di pubblicazione: 2009
Dettagli: p.220


Ambrose Bukowski, dodici anni, occhiali spessi, è per sua stessa ammissione uno sfigato, il bersaglio di tutti i bulli che ha la sfortuna di incontrare. Ma non è un ragazzino triste: prende le cose con filosofia e vive la solitudine come un'occasione per stare al sicuro dal mondo. Quando però per uno scherzo stupido dei compagni rischia di morire, la sua ultraprotettiva mamma decide di ritirarlo da scuola e farlo studiare a casa. È così che Ambrose si imbatte in Cosmo, il figlio venticinquenne della pittoresca coppia greca che vive nell'appartamento sopra il suo. Cosmo ha l'età giusta per accompagnarlo di nascosto al club di Scarabeo a cui sua madre gli ha vietato di iscriversi. C'è solo un piccolissimo problema: Cosmo è appena uscito di galera dopo aver scontato una condanna per furto con scasso...

Età di lettura: da 13 anni.

A la matina

A la matina

A la matina quant suna i vott our

tutti i magutt se metten a cur
pestan i pee, batten i man,
hinn i magutt che van a toeu al pan,
batten i man, pesten i pee
in i magutt che turnen indree.

mercoledì 24 febbraio 2010

Il vicino di casa



Titolo: Il vicino di casa
Autore: Linwood Barclay
Editore : Piemme
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.448


La notte di luglio in cui i Langley - padre, madre, figlio adolescente vengono assassinati, non si registra nulla di insolito nella zona, a parte il caldo asfissiante. E i vicini, i Cutter - di nuovo: padre, madre, figlio adolescente - non ricordano di aver sentito alcun rumore. Ma la scoperta, il giorno dopo, è scioccante. Se i Langley, anche loro così "normali", hanno potuto essere vittime di un atto di tale efferatezza, allora nessuno può dirsi al sicuro. Eppure, se si è trattato solo di una tragica fatalità, se i Langley hanno solo avuto la colpa di trovarsi al posto sbagliato al momento sbagliato, non c'è nulla da temere: è improbabile che la sfortuna si accanisca due volte di seguito sullo stesso punto. Così si dice Jim Cutter, per rassicurarsi. Ma nella sua mente si fa strada anche un altro pensiero: e se gli assassini avessero sbagliato casa? Se avessero mancato di poco il vero bersaglio? Un'ipotesi folle. O forse no. Del resto, di fronte alla totale assenza di movente per quel pluriomicidio (non c'è stato nemmeno un furto in casa Langley), nulla è da escludere. Persino che tra i Cutter si celino segreti tali da giustificare una simile vendetta, a loro in realtà indirizzata. Segreti di cui lo stesso Jim sarebbe all'oscuro. Pur di scoprirli, sarà disposto a mettere in discussione la fiducia verso la moglie e il figlio e intraprendere una scomoda indagine personale.

Il Leone di San Babila

Il Leone di San Babila

Circa cinque secoli fa i nobili veneziani discutevano di come poter attaccare e distruggere Milano; giunsero alla decisione di colpire la città all'improvviso, durante la notte, così che la sorpresa avrebbe sicuramente impedito ai milanesi d'organizzare una buona difesa. Oramai era tutto stabilito. Una sera, poco dopo il tramonto, i veneziani erano pronti e cominciarono ad avvicinarsi alle mura della città ad un certo punto però udirono un rumore simile al rullo di un tamburo. Spaventati e allo stesso tempo sconcertati dal fatto che i milanesi potessero aver previsto l'attacco, sospesero l'offensiva e inviarono una pattuglia in avanscoperta. In realtà il rumore che udirono proveniva da un panettiere intento ad abburattare la farina, che s'accorse in ogni caso della loro presenza e corse a dare l'allarme. I milanesi riuscirono a respingere l'attacco, e a far scappare in fretta e furia i veneziani, i quali, dalla fretta, abbandonarono sul campo di battaglia tutte le loro insegne, i loro stemmi, e un gigantesco leone in pietra, molto simile a quelli che ancora oggi si trovano in piazza San Marco, a Venezia. Il leone veneziano in pietra fu dichiarato bottino di guerra e sistemato su una colonna collocata in piazza San Babila.

Argilla



Titolo: Argilla
Autore: David Almond
Editore : Salani
Anno di Pubblicazione: 2010
Dettagli: p.224


Un moderno "Frankestein". Nella piccola cittadina di Felling è arrivato un ragazzo nuovo: Stephen Rose. Ha una pelle lucida, uno sguardo ossessivo, ipnotico, e un odore nauseante. Non ha genitori. Non ha amici. Sul suo conto girano molte voci e pettegolezzi, ma una cosa è certa: c'è qualcosa di magico nelle strane creature che Stephen modella con la creta. I due chierichetti Davie e Geordie dovrebbero stargli alla larga? Oppure diventare suoi amici? Forse Stephen potrebbe essere un alleato nell'aspra lotta contro quel mostro di Mouldy e la sua banda...

Età di lettura: da 8 anni.

Codirosso

Codirosso

Il vecchio gatto Brontolone passeggiava lungo l'acqua e scorse in mezzo ai cespugli il codirosso Giovannino.- Dove si va, dove si va, codirosso Giovannino? - domandò il vecchio gatto Brontolone.
Da sua maestà il rè, da sua maestà, gli voglio dare il buon giorno con una bella canzone, - disse il piccolo codirosso Giovannino.
- Vieni un po' qui, vieni un po' qui, codirosso Giovannino, - disse il vecchio gatto Brontolone. - Voglio farti vedere questo bei cerchio bianco che porto al collo.
- No che non vengo, gatto Brontolone, no che non ti vengo vicino, rispose il codirosso Giovannino. - Mangia pure il topolino ma me non mi acchiappi.
E il piccolo codirosso Giovannino corse via in fretta in fretta. Volò, volò, arrivò alla vecchia siepe, ed ecco che sulla vecchia siepe stava appollaiato il vecchio sparviero Mangiotutto.
- Dove si va, dove si va, codirosso Giovannino? - domandò il vecchio sparviero.
- Da sua maestà il rè, da sua maestà, voglio dargli il buon giorno con una bella canzone, - rispose il piccolo codirosso Giovannino.
- Vieni un po' qui, vieni più vicino, codirosso Giovannino, - disse il grigio sparviero. - Voglio farti vedere le belle piume delle mie ali.
- No che non vengo, caro sparviero, no che non ti vengo vicino, - rispose codirosso Giovannino. - Mangia pure l'allodola ma me non mi acchiappi.
E il piccolo codirosso Giovannino corse via in fretta. Volò, volò, arrivò in un burrone, e in questo burrone vide la volpe astuta.
- Dove si va, dove si va, codirosso Giovannino? - domandò la astuta volpe.
- Da sua maestà il rè, da sua maestà, voglio dargli il buon giorno con una bella canzone, - disse il piccolo codirosso Giovannino.
-Vieni un po' qui, vienimi più vicino, codirosso Giovannino, - disse la volpe astuta, - voglio farti vedere che graziosa macchia c'è sulla punta della mia coda.
- No che non vengo, volpe astuta, no che non ti vengo vicino, rispose il codirosso Giovannino.
- Mangiati pure l'agnello ma me non mi acchiappi. E il piccolo codirosso Giovannino corse via in fretta in fretta. Volò, volò e arrivò al ruscello, e sulla riva del ruscello sedeva un giovinetto.
- Dove si va, dove si va, codirosso Giovannino? - domandò il giovinetto.
- Da sua maestà il rè, da sua maestà, voglio dargli il buon giorno con una bella canzone, - rispose il codirosso Giovannino.
-Vieni un po' qui, vienimi più vicino, codirosso Giovannino, - disse allora il giovinetto, - ho una tasca piena di bellissimi sassolini e voglio dartene un po'.
- No che non vengo, giovinetto, no che non ti vengo più vicino, - rispose il codirosso Giovannino. -Acchiappa pure l'allodola ma me non mi acchiappi.
E il piccolo codirosso Giovannino corse via in fretta in fretta. Volò, volò, ed eccolo arrivato al palazzo del rè. Andò a mettersi sul davanzale della finestra e gli diede il buon giorno con una bella canzoncina. Il rè lo stette ad ascoltare poi disse alla regina: - Che cosa potremmo dare a questo bravo codirosso Giovannino che ci ha cantato una cosi bella canzone?
- Potremmo dargli in moglie la piccola fringuellina, - suggerì la regina. E cosi accadde. Codirosso Giovannino prese in moglie la fringuella e alla festa di nozze danzarono anche il rè e la regina con tutta la corte. Dopo la festa il codirosso tornò a casa tra i suoi cespugli in riva al ruscello ed è là che saltella ancora adesso.

Fiaba inglese

sabato 20 febbraio 2010

Il bene comune



Titolo: Il bene comune
Autore: Jeffrey D. Sachs
Editore : Mondadori
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.416


In questo inizio di ventunesimo secolo l'umanità è seriamente minacciata su più fronti da inquietanti cambiamenti che coinvolgono le società e gli ecosistemi di ogni angolo del pianeta: le variazioni climatiche dovute all'innalzamento della temperatura terrestre; la progressiva diminuzione delle risorse alimentari; la sempre più rapida e frequente diffusione di epidemie; la morsa della povertà estrema che, in un mondo mai così ricco, attanaglia più di un miliardo di persone. Per non parlare dell'impetuoso incremento demografico e del crescente degrado ambientale. Insomma, la specie umana sembra davvero sull'orlo dell'abisso. Eppure, alcune voci autorevoli si alzano al di sopra del coro degli apocalittici per dirci che non tutto è ancora perduto e che, paradossalmente, sarà proprio lo straordinario progresso tecnologico a porre rimedio ai guasti da esso stesso causati. Una di queste voci è quella dell'economista Jeffrey D. Sachs, che elenca ed esamina, dati alla mano e con grande realismo scientifico, tutti i maggiori problemi che ogni società dovrà affrontare nei prossimi decenni (dall'esaurimento delle fonti energetiche tradizionali all'estinzione di numerose specie animali e vegetali, alla carenza idrica e, soprattutto, alla pericolosa disparità nella distribuzione della ricchezza) e, con buona pace dei catastrofisti, afferma che l'umanità possiede già adesso tutte le risorse e le tecnologie necessarie per contrastare efficacemente le minacce che incombono sul nostro futuro.

Il toro in galleria

Il toro in galleria

Al centro dell'Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II, il cosiddetto "salotto di Milano", sono raffigurati nel mosaico del pavimento gli stemmi di varie città e tra questi il toro di Torino con gli "attributi" bene in vista.
Una superstizione moderna vuole che premere il piede in corrispondenza degli "attributi", facendo una leggera rotazione, porti fortuna. Per questo motivo, nel corso degli anni, si era formato un infossamento che i Milanesi hanno cercato di risistemare più volte. Il pavimento a mosaico, rovinato durante l'ultima guerra mondiale, fu rifatto nel 1967 e quando fu reso praticabile, i Milanesi constatarono con indignazione che il Comune aveva privato il Toro della sua "peculiarità", impedendo la possibilità del rituale porta fortuna.

L´anello fatato

L´anello fatato

C’era una volta un giovane di nome Ebrahim che viveva con la sua vecchia madre in una piccola città. Non possedeva altro che cento toman e un gatto.
Un giorno andò a passeggiare nel bazar della città e notò una cassapanca. Ebrahim provò il desiderio di comprarla e così diede tutto il denaro che aveva e se la portò a casa. La madre, vedendo che aveva speso tutto ciò che aveva per una cassapanca si arrabbiò moltissimo.

Ebrahim cercò di aprire la cassapanca che era chiusa a chiave e quando l´aprì ne uscì un grosso serpente. Ma non era un serpente vero, era una fanciulla coperta con la pelle di un serpente.
Ella raccontò di essere sfuggita a dei rapitori e di essersi così nascosta lì dentro. Inoltre chiese ad Ebrahim di riportarla da suo padre che gli avrebbe dato una grossa ricompensa. Il ragazzo accettò e strada facendo la ragazza gli disse di chiedere al padre come ricompensa il piedistallo del suo narghilè. Quell´oggetto, gettandolo al suolo, gli avrebbe donato un magnifico palazzo con dentro tutto ciò che avrebbe desiderato il suo cuore. Così infatti successe e sebbene il re fosse piuttosto riluttante nel soddisfare la sua richiesta, Ebrahim ottenne ciò che chiese. Durante il ritorno Ebrahim si ritrovò in un immenso campo senza acqua né piante e decise di provare se davvero quel piedistallo avrebbe funzionato. Lo gettò a terra e d´improvviso comparve un bellissimo ed imponente edificio con tutte le comodità. Ebrahim mangiò e bevve e quando ebbe finito bussarono alla sua porta dei dervisci mendicanti che chiedevano l´elemosina. Ebrahim diede loro cibo e acqua finché uno di loro non gli chiese come aveva fatto ad avere un così bel palazzo nel deserto. Ebrahim spiegò loro la storia e fu così che uno dei dervisci rispose di avere anch´egli un anello fatato dal quale potevano uscire quattro robusti schiavi che ubbidiscono ad ogni ordine ogni volta che viene strofinato. Il mercante gli propose di scambiarlo con la base del narghilè. Dopo vari convincimenti Ebrahim acconsentì allo scambio. Ma quando si ritrovò nuovamente senza niente in mezzo al deserto si pentì amaramente della scelta. Tentò di strofinare l´anello e gli apparvero quattro robusti schiavi. Ordinò loro di mettersi alla ricerca dei dervisci e toglier loro di mano il piedistallo del narghilè. Detto e fatto. In pochi minuti aveva di nuovo il suo piedistallo. Ebrahim continuò la sua strada. Arrivato in una regione molto bella decise di creare nuovamente un bel palazzo. Strofinò l´anello sulla mano e comparvero i quattro schiavi in attesa dei suoi ordini. Un giorno la figlia del re passò di lì e decise di andare a trovare Ebrahim. Ella lo pregò di regalarle l´anello e lui subito acconsentì. Ma una volta uscita dal palazzo Ebrahim si pentì. Fu il fedele gatto questa volta a correre in aiuto di Ebrahim. Il gatto andò nel palazzo del re e si nascose nella camera della principessa. Riuscì a prenderle l´anello e lo riportò ad Ebrahim che ne fu molto felice. Poco tempo dopo il giovane chiese la mano della principessa e divenne così il genero del re. Andò a prendere sua madre per tenerla con sé e per tutto il resto della vita vissero felici e contenti.

Fiaba persiana

Il figlio del cimitero



Titolo: Il figlio del cimitero
Autore: Neil Gaiman
Editore: Mondatori
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.352


Ogni mattino Bod fa colazione con le buone cose che prepara la signora Owens. Poi va a scuola e ascolta le lezioni del maestro Silas. E il pomeriggio passa il tempo con Liza, sua compagna di giochi. Bod sarebbe un bambino normale. Se non fosse che Liza è una strega sepolta in un terreno sconsacrato. Silas è un fantasma. E la signora Owens è morta duecento anni fa. Bod era ancora in fasce quando è scampato all'omicidio della sua famiglia gattonando fino al cimitero sulla collina, dove i morti l'hanno accolto e adottato per proteggerlo dai suoi assassini. Da allora è Nobody, il bambino che vive tra le tombe, e grazie a un dono della Morte sa comunicare con i defunti. Dietro le porte del cimitero nessuno può fargli del male. Ma Bod è un vivo, e forte è il richiamo del mondo oltre il cancello. Un mondo in cui conoscerà l'amicizia dei suoi simili, ma anche l'impazienza di un coltello che lo aspetta da undici lunghissimi anni...

Età di lettura: da 12 anni.

Alla vita

Alla vita

La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell'al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.

La vita non é uno scherzo.
Prendila sul serioma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla é più bello, più vero della vita.

Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.

di Nazim Hikmet

Nata sotto un cavolo



Titolo: Nata sotto un cavolo
Autore: Gabriella Pirola
Editore : Raffaello
Anno di Pubblicazione: 2010
Dettagli: p.96


La signora Giovanna trova sotto un cavolo Guglielmina, una bimba speciale, che compie strane magie con le parole...

Età di lettura: da 6 anni.

mercoledì 17 febbraio 2010

Bianca come il latte rossa come il sangue



Titolo: Bianca come il latte rossa come il sangue
Autore: Alessandro D’Avnia
Editore : Mondadori
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.264

Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino e vive in perfetta simbiosi con il suo iPod. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori "una specie protetta che speri si estingua definitivamente". Così, quando arriva un nuovo supplente di storia e filosofia, lui si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva. Ma questo giovane insegnante è diverso: una luce gli brilla negli occhi quando spiega, quando sprona gli studenti a vivere intensamente, a cercare il proprio sogno. Leo sente in sé la forza di un leone, ma c'è un nemico che lo atterrisce: il bianco. Il bianco è l'assenza, tutto ciò che nella sua vita riguarda la privazione e la perdita è bianco. Il rosso invece è il colore dell'amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice. Perché un sogno Leo ce l'ha e si chiama Beatrice, anche se lei ancora non lo sa. Leo ha anche una realtà, più vicina, e, come tutte le presenze vicine, più difficile da vedere: Silvia è la sua realtà affidabile e serena. Quando scopre che Beatrice è ammalata e che la malattia ha a che fare con quel bianco che tanto lo spaventa, Leo dovrà scavare a fondo dentro di sé, sanguinare e rinascere, per capire che i sogni non possono morire e trovare il coraggio di credere in qualcosa di più grande.

L'uomo che aveva paura delle stelle

L'uomo che aveva paura delle stelle

C’era una volta un uomo al quale non cresceva la barba, e per questo veniva chiamato Köse, il “senza barba”. Quest’uomo viveva con la moglie e non faceva assolutamente niente. La moglie sgobbava e Köse viveva del lavoro della moglie.
Un giorno la moglie lo rimproverò perché era stanca di lavorare anche per lui ma Köse risponse che quello era il suo modo di vivere e che le piacesse o no sarebbe rimasto tutto così. La donna pensò quindi di escogitare qualcosa.
Sapeva che il marito aveva paura delle stelle e così un giorno, dopo aver cucinato il pane, lasciò la pagnotta sulla soglia e quando venne buio chiese al marito di andarla a prendere.
Nel cielo cominciavano a comparire le stelle e il marito chiamava: “Moglie! Moglie! E se poi le stelle mi divorano?”.
La moglie cercò di convincerlo del fatto che le stelle non lo avrebbero divorato e così Köse uscì ma appena si chinò per raccogliere il pane la donna gli diede una pedata sul sedere e lo fece volare fuori di casa. Poi portò il pane in casa e sbarrò la porta.
Köse era terrorizzato, e pregava la moglie di farlo entrare, ma lei fu irremovibile. Cammina cammina, Köse arrivò nel paese dei Dev, i mostri giganti. Köse disse che avrebbe lavorato in cambio di vitto e alloggio, così un Dev gli propose di andare a servizio da lui. Un giorno il mostro gli chiese di andare a riempire l’otre al pozzo.
Köse prese l’otre, e andò al pozzo, ma per nopn faticare troppo, versò solo una scodella d’acqua nell’otre, poi ci soffiò dentro per gonfiarlo e ritornò a casa tranquillo roteando l’otre in mano. I mostri rimasero stupiti nel vedere la facilità con cui Köse portava un otre così pesante e ne approfittarono per chiedere di bere un po’.
“Fratelli, prima bevo io, poi l’acqua che resta sarà vostra”. Si portò l’otre alla bocca e dopo avere fatto uscire tutta l’aria, si accasciò esausto. I mostri furono colti da grande stupore: di solito bevevano in dieci un otre di acqua al giorno. Così i giganti decisero all’unanimità di rispedirlo a casa dalla moglie offrendogli in cambio un sacco di denaro.
Arrivato a casa Köse chiamò sua moglie e le disse: “Guarda un po’, ti ho portato un sacchetto pieno d’oro e un mucchio di stoffa. Sei sorpresa di quello che sono riuscito a guadagnare?”.
“Se non ti avessi cacciato fuori casa non saresti tornato con tutto questo ben di Dio”.
Da quel momento in poi marito e moglie iniziarono a rispettarsi, acquistarono terreni e iniziarono a spassarsela mangiando e bevendo perché erano riusciti ad ottenere tutto quello che volevano.

Fiaba turca

Italianità



Titolo: Italianità
Autore: Silvana Patriarca
Editore : Laterza
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.352


Dai primi anni Novanta del secolo scorso l'interesse degli italiani per la questione dell'identità nazionale non accenna a diminuire. Le preoccupazioni per la fragilità dell'assetto nazionale si accompagnano alla questione della modernità, o della scarsa modernità, del paese e della qualità della sua cultura civile. Come mai un concetto come 'carattere nazionale', che ha perso legittimità in campo teorico, è ancora tanto radicato nella cultura popolare? Che genere di popolo siamo e perché ci comportiamo così? Nella turbolenta storia dell'Italia del XX secolo, crisi di regimi politici hanno generato ricerche di cause e responsabilità, se non esami di coscienza, e spesso il ricorso all'idea del carattere ha fornito un modo per addossare colpe e responsabilità a quel certo fattore 'immutabile', l'eterno carattere degli italiani. Questo libro mette a fuoco i vizi, le virtù, le autorappresentazioni, gli stereotipi ricorrenti del nostro paese e la loro presenza nel discorso di intellettuali e politici nel corso della storia dell'Italia contemporanea, dal periodo della lotta per l'indipendenza e per l'unificazione nazionale, quando il carattere degli italiani cominciò a essere percepito come un problema politico, attraverso le varie fasi della storia politica e culturale postunitaria, fino agli anni più recenti quanto si è riproposto come una questione di riflessione pubblica.

IL VESTITO DI ARLECCHINO

IL VESTITO DI ARLECCHINO

Per fare un vestito ad arlecchino
ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un'altra Pulcinella,
una Gianduia, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchio,
e Stenterello, largo di mano
qualche macchia di vino toscano.
Colombina che lo cucì fece un vestito stretto così.
Arlecchino lo mise lo stesso
ma ci stava un tantino perplesso.
Disse allora Balanzone,
bolognese dottorone:
"Ti assicuro e te lo giuro
che ti andrà bene li mese venturo
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l'altro bolletta".

di Gianni Rodari

La nascita del risotto alla milanese

La nascita del risotto alla milanese

Una delle leggende più note, narra che la nascita del risotto alla milanese risale al 1574, quando la vita della città era polarizzata intorno alla fabbrica del Duomo, allora in costruzione. Fra i maestri vetrai c'era un certo Valerio di Fiandra, incaricato di terminare la vetrata con gli episodi della vita di Sant'Elena.
Quest'artista era molto sapiente nel dosare e mescolare i colori; il suo segreto consisteva in un pizzico di zafferano che egli dosava con oculatezza in ogni combinazione, ottenendo effetti smaglianti.
Maestro Valerio era anche un conosciuto mangiatore e bevitore; come tale, frequentava assiduamente il Bettolino de Preti, dove si smerciava il buon vino. Nel Bettolino veniva spesso la sua bellissima figliola a cercarlo.
La giovane, un giorno, incontrò qui il figlio del trattore e se ne innamorò. I due si sposarono nel settembre del 1574.
In occasione del pranzo di nozze, l'aiutante di Maestro Valerio lasciò cadere nel risotto una presa di zafferano. Si dice che il suo fu un gesto di gelosia per boicottare le nozze dei giovani sposi perché anche il garzone era innamorato della ragazza. Ma ottenne un risultato contrario.
Tutti i commensali, con un po' di stupore e diffidenza di fronte alla nuova portata, cominciarono a servirsi e alla fine si levò un coro di lodi entusiastiche che consacrò la trovata del garzone. Il gesto di ripicca si tramutò così in un successo di gusto e bontà.
Era nato il classico risotto giallo.

Geraldina, topo-musica



Titolo: Geraldina, topo-musica
Autore: Leo Lionni
Editore : Babalibri
Anno di Pubblicazione: 2010
Dettagli: p.40


"Geraldina non aveva mai sentito la musica. Rumori sì, tanto: le voce della gente, lo sbattere delle porte, l'abbaiare dei cani, il gorgoglio dell'acqua, i miagolii dei gatti. E naturalmente il sussurrio dei topi. Ma musica mai. Poi un bel mattino... "

Età di lettura: da 3 anni.

Due candele per il diavolo



Titolo: Due candele per il diavolo
Autore: Laura Gallego
Editore: Salani
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.378


Cat è figlia di un angelo, e ha fatto un giuramento. Scoprire cosa è successo a suo padre. Il suo unico aiuto, un affascinante demone di nome Angel. Il mondo finora si è retto sull'equilibrio tra bene e male, tra angeli e diavoli:un ecosistema che qualcuno sta tentando di distruggere. Arriverà un'altra peste e sarà la fine di tutto? Valencia, Berlino, Firenze, fino alle piramidi Maya: il viaggio senza fine di Cat alla scoperta della verità, fino alla Battaglia Finale. Perché se non tutti i demoni sono malvagi, neanche tutti gli angeli sono buoni...

Età di lettura: da 11 anni.

martedì 16 febbraio 2010

Prima di sparire



Titolo: Prima di sparire
Autore: Mauro Covacich
Editore : Einaudi
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.282

Uno scrittore deve scrivere un romanzo che ha in testa da moltissimo tempo; ma un giorno dopo l'altro, la scrittura non arriva, e più s'inceppa e si perde, più la vita dello scrittore preme con potenza, con passione, con la necessità del sangue che corre, per trovare una forma. Intorno allo scrittoio vuoto, la stanza si riempie di pensieri, di sensi di colpa, di desiderio, di telefonate clandestine, di disperati tentativi di reprimere per amore della moglie un nuovo amore nascente, giocoso e irresistibile. Lo scrittore si chiama Mauro Covacich, le giornate che racconta sono quelle del suo matrimonio con Anna, le notti sono quelle tormentose del desiderio di Susanna, di un amore nuovo e dirompente. E più lunghe e arrovellate si fanno le giornate davanti alla pagina bianca, più chiaramente emerge che la storia di un amore che nasce e di un amore che muore è l'unica che abbia senso raccontare.

CARNEVALE 2010

COMUNE DI PREGNANA MILANESE
ASSESSORATO ALLA CULTURA
CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI SOCIO CULTURALI
SABATO 20 FEBBRAIO 2010
SFILATA IN MASCHERA CON ANIMAZIONE
PROGRAMMA:
ORE 14,30: RITROVO IN PAAZZA SS.PIETRO E PAOLO
ORE 15,00:: SFILATA PER LE VIE DI PREGNANA
- SULLA PIAZZA ANIMAZIONE A CURA DEL "TEATRO DELL'ELICA" DI LISSONE
- PUNTO GIOCHI E MERENDA A CURA DELL'ASSOCIAZIONE "SORRIDI CON NOI"
- CHIACCHIERE E BIBITE PER TUTTI A CURA DELLE ASSOCIAZIONI
"CAROSELLO" E " SOLIDARIETA' ANNI VERDI"
LE OFFERTE RACCOLTE SARANNO DESTINATE A SOSTEGNO
DEI LAVORATORI DELLA SOCIETA' "AGILE S.P.A." DI PREGNANA MILANESE

lunedì 15 febbraio 2010

In cerca di rosso



Titolo: In cerca di rosso
Autore: Sebastiano Ranchetti
Editore : Jaka Book
Anno di Pubblicazione: 2010
Dettagli: p.38


Il titolo di ciascun volumetto è il colore protagonista del libro. Parlano i colori che si susseguono in una fantastica storia di particolari, di cambiamenti e di sorprese.

Età di lettura sino a 5 anni

Gli stemmi di Milano

Gli stemmi di Milano

Molte sono le leggende che narrano le origine di Milano. Una di queste racconta che a fondarla fu Belloveso, capo gallico, il quale colpito dalla bellezze dei posti durante una sua incursione, attorno al 600 a.C, decise di piazzare il proprio accampamento. I Galli dissero ai propri sacerdoti di domandare agli dei quale fosse la località più idonea e il nome da dare alla città, che sarebbe diventata la capitale della regione conquistata. Gli dei risposero che il luogo giusto sarebbe stato quello in cui, avrebbero trovato una scrofa con il dorso coperto per metà di lana.; e proprio da questo fatto sarebbe derivato anche il nome della nuova città: Mediolanum (in medio lanae).
Così narra la leggenda più nota, consacrata anche dal primo stemma della città, la scrofa lanigera, tuttora scolpito nel secondo arco del Palazzo della Ragione, in piazza Mercanti.
Dopo la scrofa semilanuta apparve sugli stendardi della città la famosa biscia. La sua prima apparizione risale agli inizi dell'XI secolo. In quell'epoca Ottone III incaricò l'Arcivescovo Arnolfo di recarsi alla corte di Bisanzio per trattare le sue nozze con una principessa di quella corte.
Arnolfo portò dall'Oriente, oltre alla sposa, altre due meraviglie: una statua che mediante un ingegnoso congegno riusciva a formulare alcune parole predicendo il futuro e un prezioso serpente di bronzo risalente all'epoca di Mosè.
Ma appena sbarcato a Bari con la sposa, l'Arcivescovo fu raggiunto dalla notizia dell'improvvisa morte dell'imperatore Ottone, proprio come aveva già predetto la statua parlante. La principessa bizantina tornò in Oriente portando con sé la statua e l'Arcivescovo rientrò a Milano recando invece il serpente di bronzo. Lo si vede tuttora collocato su una colonna di porfido nell'interno della chiesa di Sant'Ambrogio, a metà della navata centrale, e le donne gli attribuiscono virtù miracolose contro alcuni mali dei bambini. Da allora il serpente divenne il simbolo della città e apparve sui suoi stendardi.
C'è anche un'altra leggenda secondo la quale la biscia comparve, per la prima volta, sullo stemma degli antichi Visconti. Secondo questa leggenda Azzone Visconti, si trovava a combattere contro i Fiorentini, a Pisa (1323). Un giorno, stanco di una lunga marcia, scese da cavallo, si levò l'elmo e si addormentò a ridosso di un albero. Una biscia entrò nel copricapo e vi si accovacciò. Quando Azzone si svegliò e si rimise l'elmo, ne fuoriuscì la biscia aprendo le fauci minacciosa. I soldati che stavano intorno si spaventarono, ma non Azzone che la lasciò andare via senza ucciderla. Anzi la prese come insegna e siccome la serpe era stata innocua la volle raffigurare con un bambino nelle fauci a cui però non fa del male.

La malapianta



Titolo: La malapianta
Autore: Nicola Gratteri
Editore : Mondadori
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.192


«High tech e lupara.» Potrebbe essere il titolo di un'improbabile parodia cinematografica. Invece è la sconcertante ma fedele fotografia che Nicola Gratteri ci dà della 'ndrangheta.In una veloce e appassionante conversazione con Antonio Nicaso, che sullo stesso argomento ha firmato con lui Fratelli di sangue, Gratteri ritorna ad approfondire un fenomeno criminale di portata internazionale che, dopo lunghi e colpevoli ritardi, inizia finalmente a essere percepito nella sua vera dimensione. «Una holding del crimine che vive protetta, quasi rinserrata nei legami di sangue, ma che è riuscita anche a cogliere in anticipo su governi e grandi corporation multinazionali il trend della globalizzazione. » Parole che segnano la fine di ogni ingenua visione della 'ndrangheta come «versione stracciona e casereccia della mafia siciliana». A rivelare la forza dell'organizzazione criminale calabrese bastano poche cifre: il suo fatturato annuo è di 44 miliardi di euro, il 2,9% del Prodotto interno lordo. Il «core business» è rappresentato dal traffico di droga (la 'ndrangheta controlla quasi tutta la cocaina che circola in Europa): un ricavo di 27.240 milioni di euro all'anno, il 55% in più rispetto al ricavo annuo della Finmeccanica, il gigante dell'industria italiana. A questa spettacolare espansione fa da contraltare il degrado sociale e ambientale della Calabria, prigioniera di una criminalità che la opprime, ne sfrutta famelicamente ogni risorsa e poi l'abbandona impietosamente al suo destino.La crescita e la fortuna di questa malapianta viene raccontata attraverso temi ed eventi cruciali: dalle lontane origini alla stagione dei sequestri di persona, all'espansione sul territorio italiano e all'estero; dalle collusioni con la politica alla conquista della leadership nel traffico di droga, alle inquietanti vicende dei rifiuti tossici; dal delitto Fortugno alla strage di Duisburg; dalle infiltrazioni negli appalti degli anni Sessanta a quelli per l'Expo 2015. Un'organizzazione criminale che mantiene il suo centro operativo in Calabria, ma che è di casa a Milano come come a Medellín, negli Stati Uniti come in Australia. E che sa mimetizzarsi nell'insospettabile mondo dei «colletti bianchi», tra gli affermati professionisti dei settori produttivi più dinamici.Gratteri riesce nonostante tutto a trovare parole, al tempo stesso caute e appassionate, di speranza, di fiducia nella migliore Calabria, evocata anche attraverso reminiscenze familiari, quella della gente onesta, sobria e laboriosa. Però, ci ricorda, occorre mano ferma e determinata: certezza della pena e una legislazione adeguata, non più condizionata dall'emotività del momento ma calibrata su una lotta di lungo periodo. Perché nessuno può sentirsi estraneo a questa battaglia culturale e civile. La 'ndrangheta è un'ombra che cammina accanto a noi, non solo tra le strade della Calabria: una minaccia per la legalità in tutto il paese.

Meneghin

Meneghin

Meneghin l'è tutt strasciaa
Pien de boj e ipotecaa
Cun la guerra e coi gabèll
Gh'an cavaa finna la pèll:
Fev innanz...corrii pattee,
L'è de vend per pocc danee.
Quand comandava chi de nun la Spagna,
Disa chi voeur, l'era ona gran cuccagna;
Quand la Franza comandava
Se disnava e se scenava;
Adess che comanda Lorenna,
Ne de disna ne se scena.

domenica 14 febbraio 2010

Coraggio e paura

Coraggio e paura

Un giorno le lepri si radunarono e si lagnarono tra loro della loro triste sorte: dovere avere paura di tutti, degli uomini, dei cani, di tutti gli altri animali!
Meglio una volta per sempre, morire, che vivere con tanta paura!
Presa questa decisione, tutte le lepri unite galopparono verso uno stagno per buttarvisi dentro e annegare.
Ma le ranocchie che se ne stavano quiete intorno allo stagno, appena avvertirono lo scalpiccìo delle lepri, schizzarono in acqua.
Allora una lepre più saggia delle altre disse:
- Coraggio, compagne! Avete visto?
Ci sono animali che hanno paura persino di noi!

Liberi tutti



Titolo: Liberi tutti
Autore: Valeria Paola Babini
Editore : Il Mulino
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.384

II 21 aprile 1980 chiude per volontà dei medici e della politica il manicomio di Trieste. Per la prima volta al mondo un ospedale psichiatrico viene dichiarato soppresso. Una nuova legge, la 180, approvata il 13 maggio del 1978, ha ormai aperto una nuova epoca per la cura delle malattie mentali. La reclusione manicomiale non esiste più. È l'esito culminante di un difficile cammino che, a partire dagli inizi del Novecento, ha attraversato non solo la comunità psichiatrica ma l'intera società italiana. Dialogando con le voci più varie che ne furono testimoni - medici, giornalisti, scrittori, politici, registi, ex degenti, cittadini - il libro ricostruisce e narra momenti e personaggi chiave di una straordinaria vicenda: i traumi da trincea della guerra '15-18, l'invenzione italiana dell'elettroshock, la "follia" di Violet Gibson l'attentatrice di Mussolini, la scoperta degli psicofarmaci, la rivoluzione psichiatrica degli anni Sessanta, la strada verso la nuova legge. Un racconto che mostra come la questione psichiatrica abbia rappresentato un momento centrale della storia d'Italia nel cammino verso la democrazia.

Leggenda del costume di arlecchino

Leggenda del costume di arlecchino
Così, la leggenda ci racconta, nacque il costume di Arlecchino.

C’era una volta un bambino, chiamato Arlecchino, molto povero che viveva con la sua mamma in una misera casetta. Arlecchino andava a scuola e, per carnevale, la maestra organizzò una bella festa e propose a tutti i bambini della scuola di vestirsi in maschera.
I bambini accolsero l’idea con molto entusiasmo, parlavano dei loro vestiti coloratissimi e bellissimi. Soltanto Arlecchino, solo, in disparte, non partecipava all’entusiasmo generale; zitto, zitto, in un angolino, sapeva che la sua mamma era povera e non avrebbe mai potuto comprargli un costume per quell’occasione!
Ma agli altri bimbi dispiacque vedere Arlecchino tanto triste, così ciascuno di loro decise di portare alla sua mamma un pezzetto di stoffa avanzata dai loro costumi colorati.
La mamma lavorò tutta la notte, cucì fra loro tutti i pezzi diversi e ne fece un abito.
Al mattino Arlecchino trovò un bellissimo abito di tanti colori diversi.
Così, alla festa della scuola fu proprio lui la maschera più bella e più festeggiata… e tutto questo grazie all’aiuto che i suoi compagni gli avevano dato.

Il ladro di fulmini. Percy Jackson e gli Dei dell’olimpo



Titolo: Il ladro di fulmini. Percy Jackson e gli Dei dell’olimpo
Autore: Rick Riordan
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2009
Dettagli: p.368


Percy Jackson non sapeva di essere destinato a grandi imprese prima di vedere la professoressa di matematica trasformarsi in una Furia per tentare di ucciderlo. Le creature della mitologia greca e gli dei dell'Olimpo, in realtà, non sono scomparsi ma si sono semplicemente trasferiti a New York, più vivi e litigiosi di prima. Tanto che l'ultimo dei loro bisticci rischia di trascinare il mondo nel caos: qualcuno ha rubato la Folgore di Zeus, e qualcuno dovrà ritrovarla entro dieci giorni. Sarà proprio Percy a dover indagare sull'innocenza di Poseidone, dio del mare e padre perduto, che l'ha generato con una donna mortale facendo di lui un semidio. Nuove gesta e antichi nemici lo aspettano, e non saranno solo lo sguardo di Medusa e i capricci degli dei ad ostacolare la ricerca della preziosa refurtiva, ma le parole dell'Oracolo e il suo oscuro verdetto: un amico tradirà, e il suo gesto potrebbe essere fatale...

Età di lettura: da 12 anni.

sabato 13 febbraio 2010

Il passato

Il passato

E' una curiosa creatura il passato
Ed a guardarlo in viso
Si può approdare all'estasi
O alla disperazione.

Se qualcuno l'incontra disarmato,
Presto, gli grido, fuggi!
Quelle sue munizioni arrugginite
Possono ancora uccidere!

di Emily Dickinson

La forma incerta dei sogni



Titolo: La forma incerta dei sogni
Autore: Leonora Sartori
Editore : Piemme
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.176


Leo ha sette anni e tanti piccoli desideri: leggere Topolino, ascoltare la canzone de La storia infinita e avere dei genitori come quelli dei suoi compagni di classe, che sgridano, danno castighi, guardano la partita o spettegolano al telefono con le amiche. Ma la sua famiglia è diversa: la domenica si scende tutti in piazza a manifestare contro la guerra, qualche volta si rimane dai nonni perché papà e mamma sono in giro per l'Italia con una mostra itinerante sui prigionieri politici; e poi ci sono quei maledetti adesivi che ritraggono sei uomini di spalle e che lei ritrova appiccicati ovunque, anche in camera sua. Quelle sagome ossessioneranno la sua infanzia, fino a quando, a vent'anni, Leo deciderà di capire chi erano veramente quelle persone, i sei di Sharpeville, e volerà in Sudafrica. Qui avrà la possibilità di conoscerli di persona: cinque uomini e una donna, accusati ingiustamente di omicidio dopo aver partecipato a una manifestazione in cui un console aveva perso la vita. Grazie a quell'incontro Leo farà una grande scoperta: gli eroi raccontati da suo padre non esistono, ci sono solo persone che fanno delle scelte e che sanno essere coraggiose, persone che se potessero tornare indietro forse quel giorno sarebbero rimaste a casa. Non ci saranno verità universali con cui tornare dai suoi, solo una storia dolorosa di soprusi e violenze nel Sudafrica dell'apartheid.

Il cavallo e il fiume

Il cavallo e il fiume

Un cavallino viveva nella stalla con la madre e non era mai uscito di casa, né si era mai allontanato dal suo fianco protettivo.
Un giorno la madre gli disse: "E' ora che tu esca e che impari a fare piccole commissioni per me. Porta questo sacchetto di grano al mulino!"
Con il sacco sulla groppa, contento di rendersi utile, il puledro si mise a galoppare verso il mulino.
Ma dopo un po' incontrò sul suo cammino un fiume gonfio d'acqua che fluiva gorgogliando.
"Che cosa devo fare? Potrò attraversare?"
Si fermò incerto sulla riva.Non sapeva a chi chiedere consiglio.Si guardò intorno e vide un vecchio bue che brucava lì accanto.
Il cavallino si avvicinò e gli chiese:"Zio, posso attraversare il fiume?"
"Certo, l'acqua non è profonda, mi arriva appena a ginocchio, vai tranquillo".
Il cavallino si mise a galoppare verso il fiume, ma quando stava proprio sulla riva in procinto di attraversare, uno scoiattolo gli si avvicinò saltellando e gli disse tutto agitato: "Non passare, non passare! È pericoloso, rischi di annegare!"
"Ma il fiume è così profondo?" Chiese il cavallino confuso.
"Certo, un amico ieri è annegato" raccontò lo scoiattolo con voce mesta.
Il cavallino non sapeva più a chi credere e decise di tornare a casa per chiedere consiglio alla madre.
"Sono tornato perché l'acqua è molto profonda" disse imbarazzato "non posso attraversare il fiume".
"Sei sicuro? Io penso invece che l'acqua sia poco profonda"
replicò la madre."E' quello che mi ha detto il vecchio bue, ma lo scoiattolo insiste nel dire che il fiume è pericoloso e che ieri è annegato un suo amico".
"Allora l'acqua è profonda o poco profonda? Prova a pensarci con la tua testa".
"Veramente non ci ho pensato".
"Figlio mio, non devi ascoltare i consigli senza riflettere con la tua testa. Puoi arrivarci da solo. Il bue è grande e grosso e pensa naturalmente che il fiume sia poco profondo, mentre lo scoiattolo è così piccolo che può annegare anche in una pozzanghera e pensa che sia molto profondo".
Dopo aver ascoltato le parole della madre, il cavallino si mise a galoppare verso il fiume sicuro di sé. Quando lo scoiattolo lo vide con le zampe ormai dentro il fiume gli gridò: "Allora hai deciso di annegare?"
"Voglio provare ad attraversare".
E il cavallino scoprì che l'acqua del fiume non era né poco profonda come aveva detto il bue, né troppo profonda come aveva detto lo scoiattolo.

Fiaba della Cina

Arthur e la vendetta di Maltazard



Titolo: Arthur e la vendetta di Maltazard
Autore: Luc Besson
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.472


"Aiuto!" è il grido d'allarme scritto su un chicco di riso e consegnato ad Arthur da un ragno messaggero. I Minimei sono in pericolo e Arthur è sconvolto, ma questa volta non può rimpicciolirsi e correre dai suoi folletti, perchè suo padre ha appena deciso di partire prima del previsto e lo attende impaziente al volante della macchina. Il ragazzo ha giusto il tempo di avvisare suo nonno Archibald. Ma immaginare Selenia tra la vita e la morte gli è insopportabile. Con la complicità del suo cane Alfred, sfugge alla sorveglianza dei genitori e raggiunge in piena notte la casa dei nonni. Appena in tempo...

Età di lettura: da 11 anni.

giovedì 11 febbraio 2010

La forza dell’empatia



Titolo: La forza dell’empatia
Autore: Lynn Hunt
Editore : Laterza
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.256


"I diritti umani sono difficili da definire, perché la loro definizione, e addirittura la loro esistenza, dipendono tanto dalle emozioni quanto dalla ragione. La rivendicazione dell'ovvietà si fonda, in ultima istanza, su un richiamo emotivo: è convincente se fa risuonare qualcosa in ogni persona. Abbiamo la piena certezza che un diritto umano sia in discussione quando la sua violazione ci fa inorridire". Ma come nacquero i diritti umani e in che modo la loro storia tumultuosa ne influenza la comprensione e la nostra capacità di salvaguardarli oggi? Con questo straordinario resoconto culturale e intellettuale, che fa risalire le radici dei diritti umani al rifiuto settecentesco della tortura quale strumento di ricerca della verità, Lynn Hunt ricostruisce la loro genesi, dimostra come le idee di relazioni umane descritte nei romanzi e raffigurate nelle opere d'arte abbiano contribuito a diffondere i nuovi ideali e richiama l'attenzione su come i diritti umani continuino ad avere vita difficile.

Principessa in campo. Princess college



Titolo: Principessa in campo. Princess college
Autore: Prunella Bat
Editore : Piemme
Anno di Pubblicazione: 2010
Dettagli: p.144


Neil è al settimo cielo: sua nonna è arrivata in città con la squadra femminile di rugby, che allena per disputare la finale di campionato. Ma ottenere il permesso per andare alla partita sembra impossibile: Miss Amelia non lo darà mai... Vicky e le sue amiche, però, riusciranno a escogitare un modo, non assisteranno solo alla partita: Neil entrerà persino in campo per sostituire una giocatrice infortunata e, nonostante sia la più piccola, darà un notevole contributo all'inattesa vittoria! Sarà una perfetta "Principessa del Rugby"!

Età di lettura da 6 anni

AULI’ ULE’

AULI’ ULE’

Aulì, ulè che ta musee
che ta profita lusinghee
tulilèm, blèm, blom
tulilèm, blèm blam

Oliver Twist



Titolo: Oliver Twist
Autore: Charles Dickens
Editore: De Agostini
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.336


Nuova edizione di uno dei classici della letteratura per ragazzi.

Sullo sfondo di una Londra cinica e indifferente, si svolge la storia del piccolo Oliver, nato tra grandi sofferenze e cresciuto nella miseria. Dopo mille colpi di scena il ragazzo scoprirà le sue vere origini e farà finalmente i conti con una tragica storia familiare... Ma la lotta per superare rischi e pericoli quotidiani, per districarsi tra il bene e il male, non manca di premiare chi sceglie di vivere onestamente.

Età di lettura: da 11 anni.

lunedì 8 febbraio 2010

Nessuno, nemmeno tu



Titolo: Nessuno, nemmeno tu
Autore: Lucia Tilde Ingrosso
Editore : Kowalski
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.352


Tutto comincia con una telefonata nel cuore della notte: c'è un morto ammazzato in una discoteca del centro. Ma quando Sebastiano Rizzo - poliziotto milanese bello e tormentato - arriva sulla scena del crimine, insieme al cadavere, trova anche Viola, la sua ex. Viola Alberici è oggi una discografica di successo, oltre che una donna affascinante e corteggiata. Ma per Rizzo è anche l'amore dei vent'anni e, soprattutto, la principale indiziata di un duplice delitto. L'omicidio fa infatti tornare d'attualità la vicenda del marito di Viola, morto a Sanremo in circostanze misteriose, durante il Festival. Rizzo conduce quindi due indagini parallele. E fa i conti con una ferita sempre aperta, una pagina mai dimenticata del proprio passato. Fra ex calciatori e pierre rampanti, passato e presente, ragione e sentimento, Rizzo troverà una doppia verità. Non piacevole, ma necessaria. Accanto a lui, come sempre, il fedele Maurizio De Carlo, l'amico medico legale Marco Intra, il pm Pellegrini e mamma Amelia.

I pezzi mancanti – Viaggio nei misteri della mafia



Titolo: I pezzi mancanti – Viaggio nei misteri della mafia
Autore: Salvo Palazzolo
Editore : Laterza
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.288


La convinzione che Cosa nostra sia stata sconfitta ha già declassato la lotta alla criminalità organizzata nell'agenda della politica e della grande informazione. Eppure, restano ancora molti misteri da svelare attorno a una lunga e drammatica pagina della storia d'Italia. Sono i 'pezzi mancanti' che Salvo Palazzolo, giornalista di "Repubblica", autore di cronache scottanti apparse in questi ultimi mesi e, con Michele Prestipino, del Codice Provenzano, ha raccolto nel suo diario di cronista a Palermo: le prove sparite dopo i delitti eccellenti, i nomi di molti sicari, dei mandanti occulti e di troppi infedeli servitori dello Stato, le complicità nella politica, i patrimoni ancora custoditi da insospettabili tesorieri. Dopo ogni delitto eccellente sono scomparse prove, tracce. Così non si trovano più gli appunti di Peppino Impastato, le bobine su cui erano registrate alcune telefonate del padrino latitante Bernardo Provenzano, l'agenda del commissario Ninni Cassarà, due videocassette girate dal sociologo Mauro Rostagno, gli appunti dell'agente Nino Agostino, alcuni file del computer di Giovanni Falcone, l'agenda di Paolo Borsellino, il dossier del maresciallo Antonino Lombardo. Scomparse le prove, sono rimasti impuniti molti sicari e tutti i mandanti. Ma qualche traccia degli insabbiamenti e dei depistaggi è rimasta comunque. È spesso legata ai movimenti di misteriose talpe istituzionali al servizio di Cosa nostra: ventisette inquietanti presenze, ancora senza nome e senza volto.

Silensii perfett

Silensii perfett

Silensii perfett
chi parla un sgiafett
chi dis una parola
va foera da scola

Lucas Lenz e la mano dell’imperatore



Titolo: Lucas Lenz e la mano dell’imperatore
Autore: Pablo De Sntis
Editore: Edt
Anno di pubblicazione: 2009
Dettagli: p.120

Appostamenti, sospetti ed enigmatici indizi sono gli ingredienti della nuova stravagante indagine del detective Lucas Lenz. Uno scrittore introvabile, un dipinto che uccide chi lo guarda, una strana figura che si illumina al chiarore della luna, la misteriosa compagnia dei Cinque Inviati dell'Imperatore sono gli elementi del rompicapo che il detective riuscirà a risolvere. Alla fine Lenz scoprirà sulla sua pelle l'incredibile segreto della "mano dell'imperatore".

Età di lettura: da 10 anni.

La principessa che non poteva ridere

La principessa che non poteva ridere

C’era una volta un re ricchissimo, molto generoso, coraggioso e giusto. Egli aveva una sola figlia, più bella della luce del giorno e più pia di una santa, ma ella era sempre triste, così triste che nessun uomo poteva vantarsi di averla fatta ridere una sola volta.
Il re aveva un grande cavallo bianco, il suo preferito su settecento altri splendidi cavalli. Questo però era così cattivo che neanche il più abile fabbro della terra era in grado di ferrarne i quattro zoccoli. Per tutto questo il re non era affatto felice. Così decise di far sapere a tutti che l’uomo che sarebbe stato capace di strappare un sorriso alla principessa dal volto triste e ferrare gli zoccoli di Rompiferro, sarebbe diventato genero ed erede del re.
Si presentò una gran folla di pretendenti ma tutti dovettero tornarsene indietro a mani vuote.
In quel tempo viveva un giovane e valente fabbro che decise di tentare la fortuna. Tirò fuori dalla sua cassapanca cento monete d’argento e cinquanta d’oro, tutto ciò che aveva. Dalle cento monete d’argento forgiò quattro ferri di cavallo e dalle cinquanta monete d’oro forgiò ventotto chiodi, sette per ogni ferro. Quindi si mise lo zaino in spalla e prese la strada per la città del re. Durante la sua prima pausa il giovane incontrò un grillo, che saputo ciò che voleva fare gli chiese di poter andare con lui, che forse gli sarebbe stato utile. Così fece e il fabbro si incamminò portando il grillo attaccato al suo mento.
Tre ore dopo il ragazzo sedeva di nuovo per riposarsi. Questa volta incontrò un topo che gli chiese di poterlo accompagnare dal re così forse gli sarebbe stato utile. Così il fabbro si alzò e si rimise in cammino portando il grillo sul mento e il topo sul berretto.
La sera il fabbro dormì in una locanda. Al levarsi dell’aurora fu svegliato da una puntura sulla punta del naso. Era una pulce. Anch’ella chiese al giovane di poter andare con lui dal re così forse gli sarebbe stata utile. Il fabbro si alzò e si rimise in cammino. Il grillo era attaccato al suo mento, il topo al suo berretto e la pulce alla punta del suo naso.
Il giovane arrivò alla città del re proprio nel momento in cui il re e la figlia stavano tornando dalla messa. Alla vista del pretendente, che portava un grillo sul mento, un topo appeso al berretto e una pulce seduta sulla punta del naso, la principessa proruppe in una sonora risata.
Il re fu molto contento di questo, ma mancava la seconda metà del lavoro: ferrare il grande cavallo bianco Rompiferro. Scesero tutti nella stalla e il fabbro tirò fuori dallo zaino gli zoccoli d’argento e i chiodi d’oro. Il cavallo si inalberò e scalciò. Il fabbro rise e chiese al grillo di aiutarlo. Questi saltò nell’orecchio del cavallo e cominciò a stridere più forte che poté. Il cavallo si acquietò e il giovane fabbro riuscì a ferrarlo e a sellarlo.
Fu così che il re mantenne la sua parola e festeggiarono per sette giorni e sette notti. Nessuno vide mai nozze simili e mai più se ne vedranno.

Fiaba della Provenza

sabato 6 febbraio 2010

L’imbroglio nel lenzuolo



Titolo: L’imbroglio nel lenzuolo
Autore: Francesco Costa
Editore : Salani
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.266


1905: il cinematografo conquista Napoli, ma atterrisce i cafoni del circondario ai quali pare una diavoleria che chiamano "'o 'mbruoglie dint'o lenzuolo". Marianna, erbivendola analfabeta, scopre di essere l'attrice di "La casta Susanna", un film di sei minuti in cui si bagna nuda nel lago d'Averno. Ma com'è accaduto che Marianna sia diventata, a sua insaputa, la protagonista del film? La verità la sa Federico, il realizzatore della pellicola, ma intende ricostruirla anche Beatrice, la scrittrice torinese a cui era stato inizialmente offerto il ruolo. Le loro due voci si alternano, così, a quella di Marianna in un doloroso sforzo di memoria che ripercorre la storia del film e dei loro tormentati rapporti.

Un giorno da cavaliere Libro pop-up



Titolo: Un giorno da cavaliere Libro pop-up
Editore : De Agostini
Anno di Pubblicazione: 2010
Dettagli: p.24

Tutto sui cavalieri: dal duro apprendistato come paggi alla solenne cerimonia d'investitura; dalla preparazione prima di una battaglia alle armi usate per gli assalti al castello; dagli spettacolari tornei agli ordini cavallereschi. Un libro per conoscere di più il Medioevo attraverso una figura chiave di quei secoli: il nobile guerriero in sella al suo maestoso destriero! Sfogliando le pagine, appaiono tre grandi alettebuste con tutti i pezzi per costruire i modellini in cartone di un soldato armato di corazza, un guerriero sul proprio cavallo e un elmo a misura di bambino. Un modo semplice e divertente per far rivivere l'epoca medievale nella propria stanza, giocando al cavaliere!

Età di lettura da 6 anni

PIN PIN CAVALIN

PIN PIN CAVALIN

Pin pin cavalin
sòtta al pè del tavolin
pan poss
pan fresch
mi indovini che l’è proppri quest !

L’orrore economico



Titolo: L’orrore economico
Autore: Viviane Forrester
Editore : Ponte alle Grazie
Anno di pubblicazione: 2010
Dettagli: p.192


Quando venne pubblicato per la prima volta nel 1996, questo appassionante libro-denuncia sembrava soltanto un isolato grido d’allarme e suscitò forti polemiche. Ciononostante, questo non bastò ad arrestare il suo successo e, a distanza di oltre un decennio, di fronte a una crisi economica mondiale e di logiche di globalizzazione che hanno umiliato i lavoratori senza produrre vera ricchezza e benessere, la lucida analisi di Viviane Forrester si dimostra più attuale che mai. I nostri concetti di lavoro, e quindi di disoccupazione, attorno ai quali ruota (o finge di ruotare) la politica, non hanno più sostanza: milioni di vite sono dilaniate, destini annientati da questo anacronismo. L’estinzione del lavoro viene presentata come una semplice eclisse quando invece l’insieme degli esseri umani è sempre meno necessario al piccolo numero che governa l’economia e detiene il potere. E gli uomini e le donne esclusi dal mondo del lavoro, in numero sempre crescente, vengono umiliati, trattati come falliti, rifiuti di una società della quale, invece, sono il prodotto principe. E allora, ancora una volta questo saggio diViviane Forrester ci invita a compiere un passo indispensabile, irrinunciabile, che comincia col prendere coscienza della situazione che stiamo vivendo, così da poter dare finalmente una risposta alla domanda più pressante: come porvi fine?